STORIA
PASSIONE
TERRITORIO

ITALO ZINGARELLI

Rocca delle Macìe nasce nel 1973, quando Italo Zingarelli, produttore cinematografico di “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola, e anche della fortunatissima serie di film con la coppia Bud Spencer e Terence Hill (tra cui “Lo Chiamavano Trinità…” e “…Continuavano a Chiamarlo Trinità”), decise di coronare il sogno della sua vita acquistando la tenuta “Le Macìe” – 93 ettari di cui solo due coltivati a vigneto – per dare vita ad un’azienda vitivinicola nel cuore del Chianti Classico. Uomo generoso, amante della vita, dotato di intuizione e di grande lungimiranza, Italo è un nobile esempio di self-made-man.

LA STORIA

LA STORIA

1930

Nasce a Lugo di Romagna il 15 gennaio, mentre suo Padre era Preside del Liceo Reale Ginnasio.

1949

Durante la sua prima “carriera” di pugile, inizia a lavorare nel cinema, prima come figurante e stuntman, poi come tecnico di produzione ed infine, dal 1954, come direttore di produzione di numerosi film.

1955

Nel 1955 porta all’altare Laura Spano, che gli darà tre figli – Fabio, Sandra e Sergio – e lo affiancherà nel corso di tutta la vita supportandolo con grande impegno in ogni suo progetto. Nel 1958 firma la sua prima produzione cinematografica “La rivolta dei Gladiatori”.

1970

Nel 1964 apre la sua casa di produzione e successivamente fonda la società di distribuzione cinematografica DELTA. Numerosi sono i successi cinematografici che ci ha regalato, tra cui “Lo chiamavano Trinità…” (1970), “…Continuavano a chiamarlo Trinità” (1971) e “Più forte ragazzi”(1972), oltre alle co-produzioni di successo internazionale come “C’eravamo tanto amati” (1974).

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1973

In controtendenza con la fuga dalle campagne per cercare lavoro in città, Italo acquista un borgo del 1300 vicino a Castellina in Chianti e lo sottopone ad un attento lavoro di recupero architettonico dando vita, insieme a sua moglie, al sogno di tutta una vita: un’azienda vitivinicola nel cuore della Toscana, Rocca delle Macìe.

1984

Acquisizione del borgo di Fizzano, risalente al XI secolo, allargamento del potenziale viticolo in Chianti Classico e sviluppo ulteriore del settore dell’ospitalità con il progetto di recupero del borgo e nascita del Relais Riserva di Fizzano.

1985

Sergio inizia a lavorare con il padre che, per l’occasione, a lui dedica il primo “SuperTuscan”: il Ser Gioveto. Da allora, Sergio, consolida e sviluppa l’azienda paterna imponendola definitivamente all’attenzione mondiale.

1988

Nascita del secondo SuperTuscan il Roccato, l’incontro fra tradizione e modernità: Sangiovese e Cabernet Sauvignon, botte grande e barriques, il primo progetto di grande qualità di Sergio. A partire dal 1995 inizia un nuovo percorso di rinnovamento viticolo con il reimpianto dei vigneti impiantati nel ‘70 da Italo con un’attenzione maggiore alla qualità delle uve.

1998

Sulla scia dell’entusiasmo di scoprire nuovi territori vocati alla viticoltura, acquisizione della prima tenuta in Maremma CampoMaccione seguita nel 2003 dalla seconda tenuta nel territorio maremmano per un totale di 50 ettari di vigneto ad oggi.

2010

Prima annata di produzione del Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli, un progetto iniziato nel 2000, con il reimpianto del vigneto “le prese”, alla ricerca dell’eccellenza.

2020

Il 10 Giugno viene inaugurato il nuovo ristorante nel borgo di Fizzano, Passo dopo Passo Osteria, con la collaborazione dello Chef Maurizio Bardotti.

2021

Prima uscita del Vermentino 100% voluto da Andrea Zingarelli e prodotto in Maremma nella tenuta Casa Maria: Vigna L’Aja Bruciata un vino ideato per mettere alla prova le potenzialità evolutive del Vermentino.

PASSIONE

LA FAMIGLIA

La storia e la filosofia di Rocca delle Macìe sono legate in maniera indissolubile all’unione e all’importanza della Famiglia Zingarelli. La dedizione e la passione per la terra e per il vino sono state tramandate da padre in figlio e continuano tuttora ad essere nutrite per le prossime generazioni.

Oggi Rocca delle Macìe è un’azienda moderna e innovativa nella forma, ma familiare nello spirito e nell’accoglienza globale. Attenta alle ultime tecnologie quando si parla di produzione, ma che si affida a figure nelle quali la famiglia crede ciecamente, persone che sono a Rocca da sempre o che hanno ricevuto dai loro padri delle conoscenze preziose e insostituibili.

Esporta il vino in tutto il mondo, cercando di raccontare la storia di un territorio unico, di un vitigno, il Sangiovese, che rappresenta una delle eccellenze assolute nel mondo enologico e agronomico.

I tre figli di Italo Zingarelli, Sandra, Fabio e Sergio, hanno portato ciascuno un contributo differente all’azienda facendola diventare quello che è oggi, un’azienda a conduzione familiare e dinamica nel senso più sincero del termine, dove i collaboratori ne sono parte integrante da sempre.

Sergio Zingarelli è il Presidente. Inizia a lavorare con il padre nel 1985 e dopo quattro anni assume la guida dell’azienda affiancato dalla moglie Daniela e si trasferiscono definitivamente da Roma a Castellina in Chianti. Da allora Sergio si dedica al consolidamento e sviluppo dell’azienda paterna imponendola definitivamente all’attenzione mondiale.

I figli di Sergio, Giulia e Andrea, sono nati e cresciuti a Rocca della Macìe, si occupano attivamente dell’azienda di famiglia. La figlia Giulia è l’anello di congiunzione tra Rocca e la Tenuta Fizzano dove sono collocati il Relais ed il ristorante “Osteria Passo Dopo Passo”, mentre Andrea affianca ogni giorno il padre nella conduzione generale dell’azienda. Il nipote Fabio oltre ad avere, insieme alla madre Sandra, un ruolo nella gestione dei diritti cinematografici si occupa anche di alcuni aspetti commerciali.

Sergio, spinto dalla sua dedizione e attaccamento al territorio nel solco paterno, ha da sempre contribuito alle attività del Consorzio del Chianti Classico, di cui ha ricoperto la carica di Presidente per due mandati, dal 2012 al 2015 e dal 2015 al 2018 e di cui oggi è Vice Presidente.

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FILOSOFIA

La Famiglia Zingarelli ha consolidato da anni un programma di “Qualità Globale”.

Risale infatti agli anni 90 la scelta di Sergio Zingarelli di iniziare una nuova “era viticola” con l’obiettivo primario di ottenere delle uve di grandissima qualità e poter intraprendere, quindi, un processo enologico che puntasse all’eccellenza delle uve e poi dei vini. Ed è grazie all’inizio della collaborazione nel 2010 con un nuovo consulente, l’agronomo ed enologo Lorenzo Landi, che affianca tutt’oggi la Famiglia, in particolare Andrea Zingarelli ed il suo team di tecnici nelle scelte più delicate, che si avverte il vero cambio di marcia.

Oggi produrre vini “buoni da bere” è divenuto un prerequisito, ma un vino deve essere “buono da pensare” e, quindi, da raccontare. Deve essere percepito come un’emozione, come un “vino paesaggio” capace di far vivere quello che c’è fuori dal bicchiere.

In estrema sintesi si è passati da una viticoltura di qualità, che guardava ai vigneti come mezzi per ottenere vino, ad una che adesso guarda alle singole parcelle (singole porzioni uniformi che compongono un vigneto) per ottenere vini che trasmettono quindi un carattere territoriale netto e ben distinto.

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TERRITORIO

SOSTENIBILITÀ

Un passaggio fondamentale intrapreso nel 2000 con l’abbandono di molte tecniche invasive per l’ambiente e l’adozione di un protocollo di sostenibilità interno attento e rigoroso. Pratiche che mirano, infatti, a ridurre e razionalizzare il consumo di risorse non rinnovabili come l’acqua, l’aria e il suolo, evitando sprechi inutili delle risorse naturali e a limitare il più possibile l’impatto delle attività umane sull’equilibrio dell’ecosistema stesso. In vigneto è alla continua ricerca di tecniche all’avanguardia combinate a tecniche che invece ci riportano alla tradizione, sia per il monitoraggio, il controllo e la manutenzione stessa dei vigneti. 

Utilizzo di sistemi di monitoraggio e di allarme fitosanitario attraverso l’installazione di  centraline meteo; mappatura della vigoria dei vigneti con metodologia ad infrarossi; monitoraggio degli insetti dannosi ed introduzione di insetti antagonisti; confusione sessuale con feromoni; allevamento delle api ai bordi dei vigneti; utilizzo di fertilizzanti organici e sovesci; recupero delle acque pluviali e delle acque reflue, sono questi solo alcuni degli esempi dell’attento lavoro che da anni sta seguendo il team di Rocca delle Macìe.

Percorso avvalorato, nel 2021, da un processo di certificazione specifico per il settore Vitivinicolo, VIVA, che mira a migliorare le prestazioni di sostenibilità dell’intera filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori scientificamente riconosciuti e sviluppati sulla base di standard e normative internazionali: Aria (impronta climatica), Acqua (impronta idrica), Vigneto (impatto delle pratiche di gestione agronomica) e Territorio (impatto socio-economico-culturale).

“Con questo progetto – conclude Sergio Zingarelli – vogliamo portare alla luce del sole e rendere più comunicabili tutti gli sforzi, anche in periodi difficili da un punto di vista economico finanziario, e attività messe in campo in oltre 2 decenni”.